Nel Mare di Norvegia gli scienziati hanno avuto modo di osservare milioni di pesciolini essere divorati nel giro di poco tempo.
Gli oceani e le grandi distese d’acqua sparse per il mondo riescono a regalarci spesso delle grandi sorprese. Anche se milioni di persone si rifiutano, per un motivo o l’altro, di mangiare pesce, gli animali marini che si mangiano a vicenda sono un fenomeno del tutto normale.
Poco tempo fa però è stato registrata la più grande frenesia alimentare di pesce di sempre. Bisogna precisare che quest’ultima non è stata portata avanti da uno o più esseri umani, bensì da altre specie acquatiche.
La scena è stata osservata e annotata presso il caratteristico Mare di Norvegia dagli scienziati del Massachussetts Istitute of Technology (MIT), i quali hanno condotto uno studio in collaborazione con un gruppo di oceanografi norvegesi.
Nei vasti oceani gli scienziati hanno fatto scoperte sorprendenti e continuano a farle ancora oggi, come quella avvenuta poco fa nel Mare di Norvegia, parte dell’Oceano Atlantico settentrionale e situato tra il Mare del Nord e il Mar di Groenlandia.
Proprio in questa zona gli scienziati hanno avuto modo di osservare uno sciame di merluzzi divorare 10 milioni di pesci in poche ore. Questi ultimi sono i mallotti, meglio conosciuti come capelin, ovvero dei piccoli pesce artici grandi quanto un’acciuga.
A febbraio, miliardi di capelin migrano partendo dalla banchisa artica al mare al largo delle coste norvegesi per deporre le uova. Questo fenomeno coincide con la migrazione dei merluzzi atlantici verso sud, che sono oltretutto tra i principali predatori del capelin. Anche se ciò sia noto da tempo, solo ora gli scienziati sono riusciti a capire l’entità della predazione.
In uno studio pubblicato recentemente si è scoperto che questi pesciolini si riunivano in un grande banco che si estendeva per decine di chilometri e contaminava 23 milioni di pesci, rendendoli un bersaglio per i predatori. Gli esperti comunque hanno spiegato che, anche se questo evento di predazione non abbia influito in modo significativo sulla popolazione di capelin, che rappresentano lo 0,1% dei pesci che si sono riprodotti nella regione, potrebbero diventare vulnerabili in un momento successivo, dovendo nuotare più lontano per riprodursi.