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WhatsApp a pagamento: gli utenti costretti a sborsare per chattare I “La nuova direttiva per contrastare le fake news”

WhatsApp
Arriva WhatsApp a pagamento – nonelaradio.it

Milioni di utenti a breve dovranno fare i conti con un WhatsApp a pagamento: ecco tutte le ultime indiscrezioni.

Con oltre 2 miliardi di utenti, WhatsApp è la piattaforma di messaggistica più usata e amata al mondo. Con le sue innumerevoli funzionalità ha reso l’esperienza dei fruitori sempre più semplice e confortevole. Per non parlare della sua estrema comodità e reperibilità.

Come amare inoltre il fatto che si possano comunicare con chiunque (iscritto a WhatsApp) tramite qualsiasi tipologia di messaggio, da quelli scritti ai vocali, fino ad arrivare alle gif e alle immancabili emoticon. Insomma, questa app rappresenta la perfetta combinazione tra originalità e innovazione.

Finora però se n’è potuto usufruire a titolo gratuito. Ma non sarà più così per decine di milioni di utenti. Ma scopriamo esattamente in cosa consiste questa novità e soprattutto chi sono i destinatari delle ultime indiscrezioni che stanno circolando.

WhatsApp si aggiorna: da ora sarà a pagamento

Per ridurre al minimo la disinformazione su WhatsApp, alcuni Paesi si stanno adoperando per cercare delle soluzioni. E’ il caso dello Zimbabwe, che ha appena annunciato nuove norme secondo le quali tutti gli amministratori dei gruppi dovranno registrarsi e ottenere una licenza dall’Autorità di regolamentazione delle poste e delle telecomunicazioni dello Zimbabwe (POTRAZ).

Questa misura mira soprattutto a combattere la disinformazione e a rafforzare la sicurezza in un ambiente digitale sempre più influente. Tuttavia, per ottenerla, dovranno pagare una tassa che può arrivare fino a 2500 dollari.

Donna messaggia su WhatsApp
Arriva WhatsApp a pagamento – nonelaradio.it

Licenza per continuare ad utilizzare la piattaforma di messaggistica

La normativa, annunciata dalle autorità dello Zimbabwe, prevede che gli amministratori dei gruppi debbano pagare un minimo di 50 dollari per ottenere una licenza, un costo che può arrivare fino a 2500 a seconda del tipo e della portata del gruppo. Questo requisito include, ad esempio, i gruppi comunitari, religiosi e commerciali che utilizzano la piattaforma come mezzo di comunicazione con i propri membri.

Il Ministro delle Tecnologie dell’Informazione, della Pubblicità e dei Servizi di Comunicazione ha sottolineato che le licenze aiuteranno a rintracciare la fonte di false informazioni che potrebbero incitare alla violenza o al disordine sociale. La necessità di queste misure, secondo le autorità, è accentuata dal crescente uso dei social media per diffondere notizie che, se non verificate, possono avere conseguenze negative per la stabilità del Paese.